Kostas E. Tsiropoulos

Kostas E. Tsiropoulos: SULLA TENEREZZA

Non si era mai sentito così in accordo con l'intero creato. Dio gli parlava con il suo silenzio. E allora, come una lancia di cristallo, sulla riva del mare cadde il primo raggio di sole, proprio il primo, l'unico. Cadde e colpì dolcemente, con tenerezza, una bianca pietra levigata. E la pietra, onorata, brillò, stendendo al sole un anello d'argento. Ammutolito per la gioa, si chinò sulla pietra, la sollevò dal suo letto, se l'appoggiò ad una guancia: una pietra millenaria in rapporto con l'uomo di breve durata.

Kostas E. Tsiropoulos: MUSICA

Quando smarrì l'uomo che lo aveva portato al mondo, i sensi gli furono tutti amareggiati dal silenzio. Il creato intero, imbavagliato dal mistero della morte e dal paradosso dell'amore, taceva per lui.

Ma un giorno, in quel sotterraneo del tempo in cu si raccoglievano le sue lacrime, risuonarono rifrangendosi alcuni temi - frammenti d'una musica dimenticata: erano frammenti delle sinfonie di Bruckner.

Kostas E. Tsiròpulos: CULTURA DEL CORPO

    A Delfi, davanti all'Auriga, una mattina d'autunno. La pace assoluta mi dona una rara facoltà intuitiva. Il mio essere è predisposto ad accogliere nella maniera più assoluta l'effusione erotica di cui è preda per conoscere – sebbene possa essere bruciato, fulminato da quel soffio di conoscenza.  Tale soffio di libertà che fa schiudere il mio essere mi permette di vedere tutto ciò che, per tutta la vita, mi era rimasto celato, enigmatico.

Kostas Tsiropoulos: "I luoghi in cui aveva vissuto", estratto da: "APPUNTI DI PROVA GENERALE"

Di notte aveva fretta di rincasare. Cercava di vivere il più a lungo possibile di notte, perché soltanto nel tenebroso grembo di essa egli sentiva la propria esistenza schiudersi tutta, e poteva rivivere la propria vita con la dolorosa densità dei ricordi. Supino sul letto, rievocava non solo le figure e i corpi di coloro che erano passati nella sua figura e ne suo corpo e che,  in un dato momento, avevano determinato il suo modo di esistere. Richiamava alla memoria anche i luoghi nei quali aveva portato a vagare il proprio corpo e dai quali lo aveva portato ndietro – ma non così il proprio spirito. Lo spirito, eterno, inconcepibile, a immagine di Dio, si attardava ancora là, a vagare in quei luoghi perduti: quartieri, case, città, alberghi, stanze in case estranee, scale estranee, balconi, giardini, salotti estranei, letti estranei...

Kostas E. Tsiropoulos: IL MISTERO DELLA NOSTALGIA

Passa il tempo trascinandoci tutti verso la nostra uscita da questo mondo. E mentre ci trascina, talvolta con violenza e talvolta teneramente, ci accorgiamo che lasciamo dietro di noi le tracce della nostra esistenza – ricordi luminosi, ricordi oscuri. E da questi ricordi emerge ogni tanto, specie durante le nostre estati [greche], un inebriante profumo di nostalgia. Lo inspiriamo, lo viviamo rivivendo questi resti del nostro passato, e raramente ci meravigliamo che l'uomo disponga di questa spesso dolorosa capacità di rievocare i ricordi, che genera in lui il dolore discreto della nostalgia.

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