RECENSIONI

IL LAMENTO DEL BECCHINO 
SEPOLTO DALLA POLITICA


Da Socialtrends, Eurisko ed., 
via Monte Rosa 15
20149 Milano

 

Una piccola gemma letteraria greca di cento anni or sono viene proposta oggi ai lettori italiani come una profezia, o una metafora, di vicende del nostro tempo: quelle di tante persone conquistate dalle illusorie promesse di un politico, strumentalizzate quel tanto che basta e abbandonate poi al loro destino.
Il breve racconto, di grande eleganza stilistica, è di Emanuele Roìdis, nato a Siros nel 1838 e morto ad Atene nel 1904. Dà la voce a un narratore che incontra un uomo conosciuto anni prima, florido allora e ridotto infine a fare il becchino nel cimitero di Vàthia. Il becchino racconta le sue disavventure, iniziate dopo aver fatto la campagna elettorale per un candidato che vince, non mantiene le promesse e lo inganna fino alla completa rovina. Riproduciamo – come invito alla lettura – le ultime righe del racconto, che si concludono con un pungente auspicio del becchino: bisognerebbe istituire una società anche per la protezione degli elettori, quali creature indifese.

ELI-TROCHOS

Rivista trimestrale per le lettere e le arti, fascicolo 4-5,
Inverno 1994-95, Kolokotroni 34, 262 21 Patrasso.

Questa bella rivista, fondata nel 1994 dal poeta Andonis D. Skiathas e da Ghiannis I. Pappàs, viene pubblicata dalla casa editrice Achaïkès Ekdosis di Patrasso, con lo scopo di presentare il meglio della letteratura greca e straniera. Nel corso dei suoi quattro anni di vita, Elì-trochos ha presentato l'opera di alcuni dei più importanti scrittori greci tra i quali Andonis Samarakis, Spyros Plaskovitis, Andreas Franghiàs.

"E tu rimanesti immobile nella tua scissione, avendo per alibi solo una stella", scriveva Ghiannis Ritsos il 21-3-85. Le tre poesie dalla silloge inedita Iperòon, insieme a molti altri testi, costituiscono questo ponderoso fascicolo di Elì-trochos dedicato a Ritsos. Basandosi su fotografie e testi già pubblicati ma anche su alcuni saggi inediti di Katerina Makrynikola, Christos Stamatòpulos, Kyriakos Skiathàs, Ghiannis Pikramenos e su notizie provenienti dall'archivio della figlia del poeta Ersi Ritsu, i collaboratori di Elì-trochos ci offrono un notevole contributo che va ad aggiungersi a quelli già esistenti sull'opera del poeta. (Mauro Giachetti)

ELÌ-TROCHOS
fascicolo 8, Inverno 1996.

 

Gran parte di questo numero è dedicato al grande musicista Mikis Theodorakis: tra gli articoli che ne illustrano la complessa personalità e la ricchissima opera, spiccano quelli di Odysseas Elytis, Manolis Anagnostakis, Manos Eleftherìu, Dionyssis Kartzàs. Di particolare interesse il saggio di Ghiorgos Ghiànnaris Il sentimento religioso e la musica ecclesiastica di Mikis Theodorakis. Nello stesso fascicolo leggiamo liriche inedite di Ektor Kaknavatos, Ghiorgos Gavalàs, Nikos Grigoriadis, Lena Papà, Vassilis Karavitis, Nikos Churdaris, Spyros Kaniuras, Pavlos G. Sinòpulos, Ilias Tsechsos, Athanassios V. Davsakis, Thanassis Venetis, una antologia di hai-ku greci a cura di Ch. Tumanidis, un saggio di A. N. Gotovòs sul humour e l'ironia nell'opera di Giorgio Seferis. (Mauro Giachetti)

EOLIKÀ GRAMMATA

Rivista bimensile d'avanguardia, Luglio-Ottobre 1997, anno XXVII, fascicolo 166-167, Pringhipissis Ekaterinas 4, 176 76 Kallithea.

Buona parte di questo numero è dedicata alla letteratura e alla "poesia dei detenuti" rinchiusi nei penitenziari di Grecia. A una scelta di loro liriche si aggiungono testi di alcuni dei più grandi compositori di rebetiko, quali Markos Vamvakaris e Vassilis Tsitsanis. Questo genere di poesia/canzone è pressoché sconosciuto in Italia. I primi testi di tali canti popolari sono contenuti nel Manoscritto di Vienna, edito da Pernot con il titolo Canti popolari greci del XV e XVI secolo, ma tracce di essis si trovanbo anche nell'Erotokrito di Vitsetsos Kornaros. Possiamo stabilire che il rebetiko ha origine a Costantinopoli intorno al XV secolo e che scaturisce dalla fusione di fattori alquato eterogenei. Infatti vi si riconoscono elementi medioevali e rinascimentali; le tematiche e l'ideologia del rebetiko furono determinate dalle condizioni dei greci nel corso della turcocrazia; la musica cui esso si appoggia è quella arabo-persiana adottata dagli ottomani, ma nella quale sono ravvisabili anche altri elementi musicali propri dei vari gruppi etnici sudditi della Sublime Porta. Da Costantinopoli il rebetiko passò ad altre città. Tra gli altri contributi offerti dalla rivista, interessante l'articolo di Ada Katsiki-Ghìvalu Lingua e poesia in Kavafis. Nel ricco florilegio di poesia neoellenica, notevoli le liriche di Eleni Pippa, Ghiannis Pomonis e Ghiannis Vlachoghiannis.  (Mauro Giachetti)

EXOPOLIS

Rivista trimestrale, fascicolo 1, Autunno 1994, Moschonision 4, 68100 Alexandrupoli.

 

Raffinata rivista diretta da Thanassis Tzulis  
(Mauro Giachetti)

 EXOPOLIS
fascicolo 2, Primavera 1995.
 

Poesie di Ektor Kaknavatos, Ilias Kefalas, Pròdromos Ch. Màrkoglu, Dionyssis Karatzàs, Eleni Theocharu, Th. Nassis, Chari Th. Tzuli e altri, prose di Andonis Kalfas, Fivos Màlamas ed Eleni Skavdi, Vanghelis Papadòpulos, Zoì Galatà, Ghiorgos Pallas, un saggio di Thanassis Tzulkis su Ioannis Kakridìs e un notevole saggio sulla poesia negli altri paesi balcanici.....................
(Mauro Giachetti)

GRAFÌ

Rivista trimestrale, Larissa,
fascicolo 28-29, Inverno 1994, Roosevelt 59, 412 22 Larissa.

La maggior parte del fascicolo è dedicato alla scrittrice Vassilikì Papaghianni la quale vive e lavora a Larissa. In una intervista con Kostas Làndavos la Papaghianni parla della propria vita e della propria opera. In questo numero anche Dimitris Raftòpulos (Città e provincia di un discorso vigile), M. G. Meraklìs, D. Skavdis, Venetìa Apostolidu, Keti Papariga ed Eri Stavropulu parlano del romanzo Kyrano della Papaghianni, mentre Christos Papaghieorghiu esamina la sua novella I vinti. Quest'ultima opera viene analizzata anche da Lukàs Axelù con particolare attenzione allo stile dorico della Papaghianni. (Mauro Giachetti)

NUMÀS

Periodico mensile per l'arte, le lettere e la critica, Agosto-Settembre 1997, anno VII, fascicolo 52, Odòs 28is Oktovriu 54, Pyrgos Ilìas.

Ci giunge dalla terra d'Elide questa nuova edizione della omonima gloriosa rivista fondata da Dimitris P. Tangòpulos nel 1903 con l'intento di lottare contro il formalismo del purismo linguistico, e che ebbe collaboratori quali Palamàs e Psicharis. Tra i contributi offerti in questo fascicolo, saggi sull'opera poetica di Dionysios Solomòs e Nikiforos Vrettakos. Notevole il profilo tracciato da A. Zuganeli-Chusu del grande Fotis Kòndoglu (1897-1965), seducente scrittore il cui modulo narrativo naïf avrebbe avuto numerosi seguaci in Grecia. Nato ad Aïvali (l'antica Kydonies) in Asia Minore, Kòndoglu non riuscì mai a integrarsi nella società di Atene, dove si trasferì dopo la catastrofe microasiatica del 1922. Profondamente ispirato dall'arte bizantina, egli è stato uno dei pittori più significativi della Grecia attuale. Tra la ricca scelta di liriche, assai degna di nota Il Grande essere di G. Th. Vafòpulos - il poeta più rappresentativo della cosiddetta Scuola di Salonicco -, che termina con i versi: "Guardiamoci negli occhi /. L'uno vedrà / l'immagine dell'altro: l'immagine comune della morte. / Sfioriamoci le mani. Sentiremo / un brivido d'amore: il brivido comune della morte. / Baciamoci sulle labbra. Sentiremo il gusto / non dell'ultimo bacio ma del primo / respiro: il gusto comune del bacio della morte." (Mauro Giachetti)

PÒRFIRAS

Rivista trimestrale, anno XV, fascicolo 76, Gennaio-Marzo 1980, T. TH. 206, 491 00 Kerkyra.

Oltre a testi di Paul Valéry sulle scienze e la matematica, di Eleni Maza sulla diffusione della lingua greca, di Pierre Brunel sulla letteratura comparata, di Nikos Konemenos sulla poesi, questo numero di Pòrfyras offre anche testi inediti in prosa e in poesia di Maria Aspioti, Athinà Papadaki, G. Varveris, Sp. Katsimis, D. Karavitsis, Al. Stamatis. (Mauro Giachetti)