IAKOVOS KAMPANELLIS
Iakovos Kampanellis in Bulletin Franco-Hellénique, 31, Paris 2000, pp. 34-36
Kampanellis è autore di un romanzo tragico e in parte
autobiografico intitolato Mauthausen, nel quale egli narra l’esperienza vissuta
in questo campo di concentramento all’età di vent’anni. Ma egli si
è imposto soprattutto come “padre del teatro greco contemporaneo”,
e in quanto tale è stato eletto membro della prestigiosa Accademia
delle Arti e delle Scienze di Atene. Kampanellis cominciò ben presto
il suo tirocinio con il teatro di Ibsen o, come egli ama dire, “nel paese
di Ibsen”. Questo è anche il titolo di una delle sue opere, costruita
sugli Spettri di Ibsen. Ma Kampanellis ha fatto tirocinio anche con altre
opere che egli considera punti di riferimento fondamentali quali la monumentale
Orestea di Eschilo, l’Amleto di Shakespeare e gli Spettri. Queste opere tuttavia
più che tappe artistiche dal punto di vista teatrale, dovrebbero esser
considerate il viatico indispensabile per procedere nell’avventura umana,
viatico per la coscienza umana.
Nel mondo pagano dell’Orestea, il destino è stabilito dall’Olimpo.
Il cristiano Amleto tiene il suo destino nelle sue proprie mani – è
libero di giudicare e di decidere delle proprie azioni, ci dice il Cristo.
Nel teatro sociale di cui Ibsen è il gran sacerdote, il destino è
stabilito dall’ambiente sociale – è il destino che agisce, che pesa
sul comportamento umano e che fa pressione su di esso.
È ciò che accade negli Spettri, un’opera che Kampanellis ha
sempre considerato portatrice di una grande lezione. Quando assisteva alle
rappresentazioni di quest’opera, si sentiva insoddisfatto perché esse
non rendevano ciò che Ibsen voleva davvero esprimere. Kampanellis avrebbe
voluto scrivere un saggio sugli Spettri, ma non era un saggista si mise a
scrivere, sotto forma di dialogo, ciò che avrebbe voluto dire in un
saggio. Così a poco a poco nacque un’opera completa: Nel paese di Ibsen.
Sul palcoscenico silenzioso, dopo la fine della rappresentazione degli Spettri,
l’attore che interpretava il pastore Madera si mette a discutere dell’opera
con il guardiano di notte. Da questo nascono delle scene che Ibsen collega
semplicemente all’opera, ma di cui non ha fatto un testo teatrale, scene da
“esame critico”. Vi si vedono i tre eroi [protagonisti] principali, Maders,
la signora Alving e suo figlio Osvaldo, soprattutto i primi due al tempo della
loro giovinezza.
Questa opera-saggio ha dato a Kampanellis l’occasione di studiare altri due
punti: il tempo e l’oggettività. Egli sostiene che bisogna sempre che
il discorso teatrale del punto di vista del tempo venga fatto in tre persone.
Niente può esistere nel testo drammatico senza un passato.