ARCHIMANDRITA
TIMÓTHEOS
MOSCHÓPULOS
LE ICONE DELLA
MADRE DI DIO
NELLA CHIESA
GRECO-ORTODOSSA
Sin
dalle origini i greci si distinsero per la loro devozione verso gli dei, come
viene constatato anche dall'apostolo Paolo all'inizio del suo discorso agli
ateniesi nell'Areopago.
Tutti i popoli ortodossi attribuiscono particolare onore, riverenza e una
profondissima venerazione alla Santissima Madre di Cristo, che considerano come
la loro Madre, Ŧavendo collocato al centro della loro devozione la Madre di Dioŧ.[1]
In Grecia, in modo particolare, la Madre del Salvatore del mondo č in
strettissima relazione con la vita dei greci ed č indissolubilmente legata al
popolo greco dal quale, da sempre, sin dall'epoca bizantina, č considerata
Condottiero difensore.
Da qui le splendide chiese e gli storici monasteri che le devozione dei
credenti innalzarono in tutta la Grecia per onorare e venerare la Vergine; da
qui le miriadi di icone della Tutta Santa che abbelliscono tutte le chiese e i
monasteri ortodossi; da qui gli inni e le sacre funzioni che sono cantate ogni
giorno nelle chiese e nei monasteri, in particolare durante le feste e le
solennitā che si celebrano con espressioni di onore e venerazione alla Madre di
Dio pere tutto il periodo dell'anno liturgico.
Oltre alle innumerevoli chiese e monasteri che esistono per onorare e
venerare la Santissima Vergine, molti sono gli attribuiti riferiti all'aspetto
fisico e alle qualitā che la devozione del popolo greco ha attribuito alla
Madre di Dio sin dai tempi pių antichi.
Questi attributi sono dovuti ai miracoli che la Madre di Dio ha compiuto
per i fedeli che si sono rifugiati con fede in Lei, o ad altri motivi. Sanno
bene i fedeli che le icone della Vergine sono indicate con diversi nomi
derivanti:
1)
dalla posizione della Madre di Dio, per esempio: Deomčni
(Orante), Glikofilussa (che bacia
teneramente), Vrefokratussa (che tiene
;tra le braccia il Bambino).
2)
dalle caratteristiche dell'icona miracolosa, ad esempio: Odigėtria (che indica il cammino), Gorgoepėkoos (che risponde prontamente), Megalō-chari (grande dispensatrice di grazie) ecc.
3)
dalle feste, ad esempio: Ipapandė
(Presentazione), Akāthistos (inno
cantato in piedi), Evangelėstra
(Annunciazione) ecc.
4)
dai miracoli compiuti, ad esempio: Faneromčni
(colei che č apparsa), Mirovlėtissa
(che emana profumo), Axion estėn (la
benemerita).
5)
dal luogo dove si trovano, ad esempio: Megalospileōtissa
(nella grande grotta) ecc.
Nello steso modo molte icone della Vergine ebbero diverse denominazioni a
causa dei particolari pittorici dell'icona, per esempio Megalommāta
(dai grandi occhi), Tricherųssa
(dalle tre mani), o per il posto dell'icona nella chiesa o nel monastero, ad
esempio Portaėtissa (che custodisce
la porta), Platitčra (pių grande dei
cieli).
Le icone pių note della Vergine sono le cosiddette achiropėites
e le icone che furono dipinte dall'apostolo Luca il quale era medico e
ottimo pittore. Le achiropėites furono cosė chiamate perché fatte senza il concorso
della mano dell'uomo. La Chiesa ha molte icone achiropėites della Madonna per onorarla e venerarla. Vennero
fondate anche chiese dell'Achiropėitos,
come quella a Salonicco. Tra le molte icone miracolose che furono dipinte
dall'apostolo Luca, tre furono benedette, secondo la tradizione dalla Madre di
Dio con le parole: ŦLa grazia di mio Figlio per mezzo mio sia con voiŧ. Due di
queste icone si trovano in Grecia: una č la Megalospileōtissa
che si trova nel monastero di Kalāvrita, nel Peloponneso l'altra č la Panagėa
Sumelā che si trova ora nella chiesa a lei dedicata nei pressi di Kastaniā
(Kozāni), dove ogni anno, in occasione della festa della Dormizione, č
venerata da tutta la Grecia. La terza icona della Vergine si trova nel monastero
di Eleusi, sul monte Kikkos, a Cipro, da cui proviene anche la denominazione di
Vergine Kikkiōtissa o anche Kikkōtissa.
Sono venti i monasteri pių importanti della Montagna Santa o Monte Athos,
la repubblica monastica unica nel suo genere in tutto il mondo cristiano.
Tra questi, 16 sono greci, uno russo, uno rumeno, uno serbo e uno
bulgaro. In questi venti monasteri, ma anche nelle skėtes
(eremi dipendenti da uno dei monasteri maggiori) e nelle kalėve
(capanne) vengono custodite icone miracolose. L'icona miracolosa della Panagėa
Axion estėn (la benemerita) si trova nel Protāton
(chiesa primaziale) di Karičs, che č la piccola capitale del Monte Athos, dove
si trovano, oltre ai rappresentanti dei venti monasteri, la sede del governo
della Santa Montagna, la posta, il centro telefonico, la gendarmeria e l'ufficio
stranieri. Dobbiamo ricordare che sul Monte Athos č severamente vietato
l'ingresso alle donne.
Nel monastero della Grande Lavra ci sono due icone miracolose della
Madonna. La prima č conosciuta come Panagėa
Kukuzčlissa (Vergine di Kukuzčlis). Essa č cosė chiamata dal nome del
capo cantore della Lavra, san Giovanni Kukuzčlis, che fu per due volte
miracolato dalla Vergine. Un'altra icona miracolosa della Madre di Dio č la Panagėa
Ikonōmissa (dell'economia) dipinta in ricordo delle parole che rivolse al
fondatore della Lavra sant'Atanasio athonita, dicendo che Essa stessa si sarebbe
preoccupata in futuro del sostentamento materiale del monastero e ne sarebbe
stata l'economa.
Nel monastero di Vatopčdi ci sono cinque icone miracolose: la Panagėa
Ktitōrissa (la fondatrice), la Vimatōrissa
(custode dell'altare), la Paramythėa
(la consolatrice), l'Esfagmčni (la
trafitta), la Pyrovolėtissa (colpita
dal fucile). Esse hanno questi nomi in relazione ai miracoli compiuti dalla
Vergine.
L'icona pių famosa e venerata per i suoi miracoli č la Panagėa
Portaėtissa (custode della porta) che si trova nel monastero di Ivėron.
Nel monastero di Chilandāri si trova l'icona miracolosa conosciuta come Panagėa Tricherųssa (dalle tre mani). Essa ricorda il miracolo con
il quale fu riattaccata a san Giovanni Damasceno la mano destra che gli era
stata recisa dagli iconoclasti per i suo9 scritti in difesa delle sante icone.
Nel monastero c'č anche la Panagėa
tôn cheretismôn o Myrovlėtissa
(che emana profumo). Č l'icona che il patriarca Sergio portō sulle mura di
Costantinopoli durante l'assedio degli Āvari nel 626; con la sua miracolosa
protezione fu salvata la cittā dai barbari. Di fronte a questa icona fu cantato
l'Inno Akāthistos e per la prima volta il tropario Th/'
JUpermavcw/ Strathgw/ ta; nikhthvria (al
condottiero difensore la vittoria).
L'icona miracolosa della Panagėa
Foverā Prostassėa (della tremenda protezione) si trova nel monastero
Kutlumussėu, mentre la Panagėa i Gerōntissa
(colei che presiede) si trova
nel monastero di Pantokrātoros e rappresenta la Madre di Dio in posizione
eretta di supplica, senza Cristo.
Nel monastero di Zogrāfu si trova l'icona miracolosa della Panagėa
proanangellomčni (colei che pronunciō la profezia) chiamata anche Tu Akathėstu.
I monaci bulgari di questo monastero durante la divina liturgia, invece
del Kinonikōn, leggono l'Inno
Akāthistos, indirizzo di saluto alla Madonna. L'icona č chiamata Proanangellomčni
perché la Vergine predisse a un vecchio monaco virtuoso una incursione di
chierici latini fanatici che nel XIII secolo volevano imporre con la forza
l'unione con gli occidentali. L'igųmeno e gli altri monaci si rinchiusero nella
torre del monastero, non accettarono di concelebrare con i latini e preferirono
bruciare vivi nell'incendio appiccato nel monastero dai latini fanatici. L'icona
miracolosa che i monaci avevano portato con sé nella torre fu poi trovata
intatta tra le rovine.
Nel monastero Dochiarėu si trova l'icona miracolosa della Panagėa
Gorgoepėkoos (che risponde prontamente) che ascolta con sollecitudine le
suppliche dei fedeli.
L'icona miracolosa della Panagėa
Glykofilųssa (che bacia dolcemente) e della Portaėtissa
fanno parte del gruppo di icone che si salvarono dalla lotto iconoclastica e
furono trasportate in modo miracoloso sul Monte Athos. L'icona della Panagėa
Glykofilųssa si trova nel monastero di Filothču.
Il monastero Agėu Pāvlu gode della protezione della icona miracolosa
della Panagėa Myrovlėtissa (che
emana profumo), la quale compie molti prodigi in favore di quanti ricorrono a
Lei con fede e devozione.
Nel monastero di Xenofōntos si trova l'icona miracolosa della Panagėa
Odigėtria (colei che indica il cammino), e nel monastero di Grigorėu si
trova l'icona miracolosa chiamata Paleologėna
perché proviene dalla famiglia dei Paleologhi.
Naturalmente esistono molte altre icone miracolose non solo nei
monasteri, nelle chiese e nelle kalėve del Monte Athos, ma anche in tutta la Grecia, a Cipro e in
tutti i paesi ortodossi dei Balcani, luoghi dove i fedeli ricorrono con fede e
devozione alla venerazione delle icone della Madonna.
Miracolosa č la Mirtidiōtissa (colei che sta tra il mirto), una grande icona
portatile che fu trovata tra il mirto sulla costa occidentale dell'isola di
Citera.
La Panagėa Neomonėtissa fu
miracolosamente trovata a Chio dove con l'elargizione dell'imperatore Costantino
Monomaco fu costruitala Nea Monė (Nuovo Monastero) di Chio.
La Panagėa di Vulkano č una
piccola icona molto antica e miracolosa che fu trovata sopra un albero sul monte
Itome in Messenia. Esiste ancora il Katholikōn
(chiesa comune) del monastero di Vulkano dove si festeggia grandiosamente il 15
agosto con il concorso di migliaia di fedeli.
Nella serie delle 70 icone dell'apostolo ed evangelista Luca, occupa il
primo posto l'icona della Annunciazione nell'isola di Tino, la quale quando fu
trovata il 30 gennaio 1823, fu indissolubilmente collegata a tutte le lotte del
popolo greco per la libertā ed č diventata l'immagine pių dolce e venerata.
La Megalōchari (grande dispensatrice di grazie) č preziosa non solo
per gli innumerevoli miracoli che compie, ma anche perché viene considerata
difesa e protezione nelle lotte del popolo greco per la sua libertā.
L'icona miracolosa della Panagėa
Ypapandė tu Sotėros (presentazione al tempio), festeggiata il 2 febbraio,
si trova a Kalamāta nella cattedrale della cittā, e la tradizione la considera
opera dell'apostolo Luca.
Un'altra icona miracolosa č quella del monastero
di Dimiōvis, nelle vicinanze di Kalamāta; essa porta con evidenza il
sangue seccato suo volto della Panagėa, fatto sgorgare dal colpo di un turco
infedele con un'accetta sulla fronte della Vergine. Entrambe le icone, dopo il
terremoto del 13 settembre 1986 che provocō gravi danni al 75 per cento delle
case e al 15 per cento delle chiese parrocchiali di Kalamāta, sono custodite
nella chiesa Tu Timėu Stavrų (della Vera Croce) nel monastero delle monache di
Kalamāta.
L'icona miracolosa della Panagėa
Vrefokratųssa (che abbraccia il Bambino), conosciuta col nome di Xeniā
o anche di Alexėkakos (che allontana
ogni male), si trova nel monastero di Xeniā presso Volos.
Nel volto della Panagėa che č il simbolo della virtų, della purezza e della
castitā, i fedeli trovano la reale e vera identitā smarrita. Per questo
cantano le sue virtų, la sua castitā, la sua verginitā.
Il piccolo e grande canone Paraklitikōs,
che vengono cantati alternativamente nei primi 15 giorni di agosto in
preparazione della festa della Dormizione della Madonna, che č appunto
celebrata il 15 agosto, esprimono in modo canoro ed espressivo la profonda
devozione e amore che gli ortodossi nutrono per la santa Vergine Madre del
Salvatore. E per tutte le cinque settimane che precedono la Pasqua, ogni venerdė
viene cantato l'Inno Akāthistos.
Da
Simposio Cristiano,
edizione
dell'Istituto di studi teologici ortodossi
San
Gregorio Palamas, Milano 1987, pp. 107-111
[1]Nikōlaos Kavassėlas: La Madre di Dio, Tre omelie sulla Madre di Dio, testo, traduzione, introduzione, commento a cura di Pan. Nellas, Edizioni Apostolikė Diakonėa.