Storia dell'Inno Acathisto

La sera di Venerdì delle prime cinque settimane di Quaresima che precedono la Santa Pasqua, in tutte le chiese ortodosse si canta l'Inno Acathisto, che è noto anche come Cantici della Madonna.

La storia dell'Inno Acathisto dice che nell'anno 626 i Persiani e gli Avari avevano da mesi assediato Costantinopoli. L'imperatore di Bisanzio Eraclio, che da tempo era impegnato in Asia Minore in una guerra contro i Persiani, quando seppe che Costantinopoli era assediata, mandò 12.000 uomini per rinforzare la difesa della città. Il Patriarca Sergio e il comandante Bonos armarono tutti quelli che potevano combattere. La città aveva posto tutte le sue speranze di salvezza nella "Ipermáchon stratigós", cioè nella Condottiera Protettrice, la Madre di Dio. Un improvviso uragano distrusse l'armata dei Persiani che furono obbligati a togliere l'assedio, e così la città fu salva.

Il popolo, commosso e pieno di gioia per la salvezza miracolosa della città, si riunì nella chiesa della Madonna "ton Vlachernón" (delle Blacherne), dove il Patriarca Sergio officiò per tutta la notte una funzione di ringraziamento. Tutti i fedeli allora, stando in piedi, cantarono l'Inno che per questo motivo fu chiamato Acathistos.

Sicuramente questo Inno esisteva già e veniva cantato anche prima in onore della Madonna, ma durante quella notte, quando tutti i fedeli si riunirono in preghiera nella chiesa della Madonna per manifestare la loro riconoscenza verso la "Ipermáchon stratigós", conquistò un suo posto ufficiale nella innologia della Chiesa con l'aggiunta del tropario "Tì Ipermácho Stratigò tà nikitíria...", il quale tropario ci fa pensare che fu composto in quelle ore storiche per Costantinopoli e che da allora viene cantato nella Chiesa Ortodossa.

Da un punto di vista letterario, l'Inno Acathisto viene considerato un capolavoro poetico e da un punto di vista teologico "di grande importanza perché comprende concetti dogmatici". Si crede che l'Inno Acathisto sia stato scritto da Romano il Melode. Incomincia con l'Annunciazione alla Vergine Maria e in seguito racconta i vari avvenimenti della vita della Madre di Dio e di Gesù Cristo, dell'incarnazione del Signore, della deificazione dell'uomo e del valore della Madonna come Madre di Dio.

L'Inno Acathisto è una funzione della Chiesa ortodossa molto amata dai fedeli. Questo è dimostrato anche dal fatto che molti cristiani, uomini e in modo particolare donne, conoscono e cantano l'Inno Acathisto a memoria, come succede anche per il Primo Canone Paraklitikòn che si canta nel periodo dal I al 15 agosto e che è dedicato alla Madonna.

Archimandrita Timòtheos Moschòpulos

 

 

 

INNO ACATHISTO

Parte I

Un arcangelo fu inviato dal cielo per salutare la madre di Dio, e stando meravigliato di fronte a lei, vedendo te, Signore, assumere un corpo, le disse con voce immateriale queste parole.

Salve, la gioia attraverso te verrà irradiata;

salve, la maledizione per tuo merito sarà tolta.

Salve, revocazione della caduta di Adamo;

salve, redenzione delle lacrime di Eva.

Salve, altezza a cui il pensiero umano non può salire;

salve, profondità che anche agli occhi degli angeli

[è difficile da vedere.

Salve a te, che sei la sede di un Re;

salve a te, che porti colui che porta ogni cosa.

Salve, stella che manifesta il sole;

salve, ventre dell'incarnazione divina.

Salve, attraverso te il creato si rinnova;

salve, da te il Creatore viene generato.

Salve, sposa illibata.

La santa, sapendo di essere casta, con coraggio dice a Gabriele: "Quanto di straordinario hai detto sembra inammissibile alla mia anima. Come puoi tu parlarmi di una gestazione concepita senza fecondazione?"

E poi ad alta voce disse:

Alleluia.

La Vergine desiderando conoscere qualcosa di più, chiese al messaggero: "Com'è possibile generare un figlio essendo pura? Dimmelo".

Quello le rispose timoroso, ma con voce ferma, così:

 

Salve, iniziatrice della segreta volontà

salve, garanzia di ciò che dev'essere tenuto nel silenzio.

Salve, preludio dei miracoli di Cristo;

salve, fondamento dei suoi dogmi.

Salve, scala celeste dalla quale Dio è sceso;

salve, ponte che conduce dalla terra al cielo.

Salve, meraviglia decantata dagli angeli;

salve, ferita deplorata dai demoni.

Salve, ineffabile generatrice della luce;

salve a te che non hai manifestato a nessuno

[come ciò sia accaduto.

Salve a te che superi la conoscenza dei saggi;

salve a te che illumini la mente dei fedeli.

Salve, sposa illibata.

La Vergine, avendo accolto Dio nel suo ventre, si recò velocemente da Elisabetta; il bambino che questa portava nel suo ventre riconobbe subito il saluto della Vergine e se ne rallegrò; e muovendosi come in un canto, disse alla Madre di Dio:

Salve, germoglio che non appassisce;

salve, giardino dal frutto intatto.

Salve, generatrice del coltivatore filantropo;

salve, procreatrice dell'artefice della nostra vita.

Salve, fertilissima terra che fa germogliare tanta misericordia;

salve, tavola che sostiene questa dovizia di pietà.

Salve a te che fai fiorire il pascolo della tenerezza;

salve a te che prepari un porto per le anime.

Salve, incenso ben accetto di mediatrice;

salve, sacrificio espiatorio di tutto il mondo.

Salve, benevolenza di Dio verso i mortali;

salve libertà dei mortali di parlare di Dio.

Salve, sposa illibata.

Avendo dentro di sé un turbine di dubbiosi pensieri, l'assennato Giuseppe ne fu sconvolto, sapendoti non maritata e pensando a un amore furtivo, o Perfetta; venuto poi a conoscenza del tuo concepimento per opera dello Spirito Santo, disse:

Alleluia


Parte II

I pastori sentirono gli Angeli che inneggiavano alla presenza di Cristo che si era incarnato; correndo come verso un pastore, e contemplandolo come un agnello senza macchia che cresceva nel ventre di Maria, inneggiando a lei dissero:

Salve, madre dell'agnello e del pastore,

salve, dimora delle pecore pensanti.

Salve, baluardo contro i nemici invisibili;

salve, a Te che apri le porte del Paradiso.

Salve, i cieli esultano insieme alla terra;

salve, le cose terrene danzano insieme a quelle dei cieli.

Salve, bocca degli Apostoli che non tace;

salve, invitto coraggio dei martiri.

Salve, saldo sostegno della fede;

salve, fulgido contrassegno della grazia.

Salve, gli inferi per tuo merito si sono svuotati;

salve, attraverso te siamo stati rivestiti di gloria.

Salve, sposa illibata.

I Magi vedendo la stella che conduceva a Dio, seguirono il suo splendore; e come se portassero una lucerna, con questa cercarono il potente Re; e come giunsero vicino all'inaccessibile si rallegrarono, esclamando rivolti a lui:

Alleluia.

I discendenti dei Caldei videro tra le braccia della Vergine colui che con la sua mano aveva creato gli uomini; e comprendendo che questo era il Signore anche se aveva assunto l'aspetto d'un servo, si affrettarono ad adorarlo e ad offrirgli doni dicendo alla Benedetta:

Salve, Madre della stella intramontabile;

salve, alba del giorno mistico.

Salve a te che hai spento la fucina dell'inganno;

salve a te che illumini gli iniziati alla Trinità.

Salve a te che hai tolto l'autorità al tiranno crudele;

salve a te che ci hai presentato Cristo il Signore filantropo.

 

Salve a te che ci hai riscattato da un culto barbaro;

salve a te che ci hai liberati dal rango dell'immoralità.

Salve a te che hai fatto cessare il culto dell'adorazione del fuoco;

salve a te che ci hai salvati dalle fiamme delle passioni.

Salve, guida di saggezza per i fedeli;

salve, letizia di ogni generazione.

Salve, sposa illibata.

Divenuti i Magi predicatori di Dio, ritornarono a Babilonia; compiendo la profezia e predicando a tutti il Cristo, abbandonando Erode che come uno stolto non seppe cantare:

Alleluia.

Hai diffuso in Egitto la luce della verità, hai scacciato il buio della menzogna; infatti gli idoli sono caduti, o Salvatore, non sopportando la tua forza; quelli che furono liberato esclamarono rivolti alla Madre di Dio:

Salve sostegno degli uomini;

salve, a te che hai abbattuto i demoni.

Salve a te che hai calpestato l'illusione della seduzione;

salve a te che hai dimostrato l'astuzia degli idoli.

Salve a te che hai fatto naufragare il Faraone spirituale;

salve pietra che dà l'acqua a coloro che hanno sete di vita.

Salve, colonna di fuoco che guidi coloro che sono nell'oscurità;

Salve, protezione del mondo più estesa di una nuvola.

Salve a te che succedi al nutrimento della manna;

salve, dispensatrice di santa tenerezza.

Salve, sposa illibata.

Quando Simeone si trovò sul punto di lasciare questo secolo ingannatore, si consegnò come un neonato a lui, riconoscendo che era il Dio perfetto; e rimanendo ammirato dinanzi a questa ineffabile saggezza di Dio, gridò:

Alleluia.

Parte III

Il Creatore, comparendo, mostrò a noi creati da Lui una nuova creazione, che crebbe senza seme nel ventre di colei che si era mantenuta casta; questo perché vedendo il miracolo, inneggiamo a Lei gridando:

Salve, fiore dell'incorruttibilità;

salve, ghirlanda della temperanza.

Salve a te che ci dai una luminosa visione della resurrezione;

salve a te che ci riveli la vita degli Angeli.

Salve, albero dai luminosi frutti al quale si nutrono i fedeli;

salve albero dalle molte foglie che donano ombra a quanti si

[rifugiano sotto le sue fronde.

Salve a te che porti in seno colui che sarà guida agli erranti;

salve a te che farai nascere colui che libererà gli schiavi.

Salve a te che supplichi il giusto giudice;

salve, perdono per molti peccatori.

Salve, manto di libertà per quelli che ne sono privi;

salve a te che con la tenerezza sconfiggi la passione.

Salve, sposa illibata.

Avendo visto la strana nascita, allontaniamoci dal mondo, portando la mente al cielo; perché per questo, Dio l'altissimo, apparve sulla terra come un umile uomo, volendo attirare verso l'alto quelli che esclameranno a lui rivolti:

Alleluia.

L'inenarrabile Verbo era presente sulla terra e non era per nulla assente dai cieli; infatti, per condiscendenza divina, ciò avvenne senza alcun trasferimento da un luogo all'altro; e nacque da una Vergine devota a Dio, che ascolta questi inni:

Salve a te che contieni l'incommensurabile Dio;

salve, porta del sacro mistero.

Salve, dubbia novella per coloro che non credono;

salve, indubbio vanto per coloro che credono.

Salve, veicolo che sta al di sopra dei Cherubini;

salve, dimora eccelsa di colui che sta al di sopra dei Serafini.

Salve a te che unisci gli opposti;

salve a te che accompagni la verginità al parto.

Salve, per tua mediazione è stata tolta la trasgressione di Adamo;

salve, per tuo merito è stato aperto il Paradiso.

Salve, chiave del regno di Cristo;

salve, speranza dei beni eterni.

Salve, sposa illibata.

Tutta la schiera degli Angeli rimase sbigottita di fronte al grande avvenimento della tua incarnazione; vedendo te, inaccessibile come Dio, vivere insieme a noi come un uomo facile da avvicinare, e ascoltare tutti quelli che dicevano così:

Alleluia.

Vediamo loquaci oratori diventare afoni come pesci di fronte a te, Madre di Dio; non sanno dire infatti come, pur rimanendo Vergine, tu abbia la forza di partorire; noi, però, che abbiamo fede, ammirati di fronte al mistero, gridiamo:

Salve, contenitore della sapienza di Dio;

salve, custodia della sua provvidenza.

Salve a te che dimostri l'ignoranza dei filosofi;

salve a te che provi l'irrazionalità dei tecnologi.

Salve, sono sciocchi quanti discutevan di cose importanti;

salve, sono scomparsi i poeti dei miti.

Salve a te che sciogli gli intrecci degli Ateniesi;

salve a te che riempi le reti dei pescatori.

Salve a te che ci fai salire dal fondo dell'ignoranza;

salve a te che illumini molti nelle conoscenza.

Salve, vascello per quanti vogliono salvarsi;

salve, porto per coloro che navigano nella vita.

 

Salve, sposa illibata.

Colui che aveva creato il mondo e l'aveva fornito di ogni bene, volendo salvarlo, scese nel mondo di propria volontà; essendo come Dio un Re, per noi prese l'aspetto di un uomo; e mentre come un nostro simile ci chiama alla salvezza, come Dio ascolta:

Alleluia.

Parte  IV

Sei il muro protettivo delle vergini, o Vergine Madre di Dio, e di tutti quelli che ricorrono a te; perché il Creatore del cielo e della terra ti ha reso tale, o Immacolata, dimorando nel tuo alvo, e ha insegnato a tutti a salutarti così:

Salve, stele della verginità;

salve, porta della salvezza.

Salve, guida alla nostra creazione intellettuale;

salve a te che ci doni la bontà divina.

Salve a te che hai dato una nuova nascita a noi

[concepiti nel disonore;

salve a te che hai dato la saggezza alla nostra mente distratta.

Salve a te che annienti il corruttore delle menti;

salve a te che generi il seminatore della purezza.

Salve, camera nuziale di uno sposalizio senza seme;

salve a te che unisci i fedeli al Signore.

Salve, buona nutrice delle vergini;

salve, accompagnatrice nuziale delle anime sante.

Tutti gli inni sono di poco conto se cercano di stare alla pari della tua immensa e infinita misericordia; anche se ti offrissimo, o Santo Re, una quantità tale di canti pari al numero di granelli di tutta la sabbia, non faremmo nulla di degno dei benefici che tu hai dato a noi che gridiamo a te rivolti:

Alleluia.

Vediamo apparire la Santa Vergine a quelli che sono nell'oscurità come una lampada luminosa; accendendo la luce immateriale, conduce tutti alla vera conoscenza divina, illuminando con il suo raggio la nostra mente, e viene onorata da noi che così le gridiamo:

Salve, raggio del sole spirituale;

salve, lampo dell'intramontabile astro.

Salve, baleno che illumina le anime;

salve, tuono che spaventa i nemici.

Salve a te che fai sorgere la luminosità dalle molti luci;

salve a te che fai scaturire il fiume che scorre impetuoso.

Salve, simbolo del battistero;

salve a te che abolisci la bruttura del peccato.

Salve, bagno purificatore della coscienza;

salve, calice che ci offre la letizia.

Salve, fragranza di Cristo;

salve, vita di un mistico banchetto.

Salve, sposa illibata.

Volendo dare la grazia di estinguere i vecchi debiti, colui che pagherà per tutti gli uomini, giunse a coloro che si erano allontanati dalla sua grazia; e annullando il debito, ascolta da tutti cantare:

Alleluia.

Inneggiando a tuo figlio, a re rivolti, ti celebriamo, come un tempio in cui c'è vita, o Madre di Dio; perché il Signore che tiene tutto nelle sue mani, dimorando nel tuo ventre, ti ha santificata, ti ha glorificata, e ha insegnato a tutti ad alzare a te un inno:

Salve, dimora di Dio e del Verbo;

salve, Santa tra i santi più grandi.

Salve, scrigno rivestito d'oro dello Spirito;

salve, tesoro intessuto di vita.

Salve, pregevole diadema dei re religiosi;

salve, vanto dei pii sacerdoti.

Salve, incrollabile torre della Chiesa;

salve, muro invitto del regno.

Salve, per te si allestiscono trofei di vittoria;

salve, col tuo aiuto i nemici cadono sconfitti.

Salve, guaritrice del mio corpo;

salve, salvezza della mia anima.

Salve, sposa illibata.

O Madre a cui tutti rivolgono inni, tu che hai generato il Verbo, il più santo di tutti i santi, sii mediatrice di questa presente offerta, salvaci in ogni situazione, e redimi dalla dannazione futura quelli che insieme cantano:

Alleluia

Trad. Archimandrita Timòtheos Moschòpulos
L. Giamporcaro

Da Simposio Cristiano
edizioni dell'Istituto di Studi Teologici
San Gregorio Palamas, Milano 1987, pp. 11-24