LA
GRECITÀ... DELLA MUSICA
Se è vero che il tronco della Civiltà Europea affonda le
proprie radici nella storia greca, è vero che vengono dalla Grecia anche la
musica, la sua Teoria e la sua
terminologia.
Oggi che la nostra storia viene sistematicamente e
deliberatamente contraffatta, e che degli estranei si appropriano della nostra
cultura, siamo invitati a rammentare ai Greci e... ai Barbari le immutabili
testimonianze forniteci dalla lingua greca. Ma lasciamo che il grande musicista
Vanghelis Christòpulos ci riveli la grecità della musica.
Athanasios
Vavlidas
La conoscenza della lingua greca può schiuderci le porte del
mo ndo delle arti, della cultura e
delle scienze. Ma quanti di noi pensano a questo?
Poiché il ruolo
svolto dalla Grecia nello sviluppo dello spirito europeo è tutt'altro che
irrilevante, cercheremo di dimostrare che la lingua greca può servire quale
chiave per comprendere meglio i vari campi dell'arte in particolare e della
cultura in generale.
Un architetto - europeo o no - non può
perfezionarsi nella sua arte e scienza senza studiare l'architettura greca (e bizantina). Lo stesso vale per gli scultori,
per i poeti (il modello-tipo rimane
sempre Omero), ma anche per gli scienziati e per gli artisti.
Ora esamineremo
in particolare la musica, l'arte
delle Muse. Nell'antichità il vero
musicista conosceva tutte e nove le arti
rappresentate dalle Muse, e questo faceva di lui un musicista più
completo di tutti i musicisti di oggi. In questo articolo le parole di origine
greca appaiono in corsivo e non vi sarà bisogno di darne l'etimologia. Tutte queste parole compaiono anche nelle opere di
Greci antichi quali Pitagora, Platone Aristotele, Aristosseno - il primo che
propose il sistema "ben
temperato", cioè la suddivisione dell'ottava
in dodici semitoni uguali, come avrebbe fatto J. S. Bach circa duemila anni più
tardi! Questa sua teoria si diffuse
fino all'India, ma il Petit Larousse
lo ignora!
La teoria
musicale degli antichi Greci resta fino ai nostri giorni la base immutabile, e
siccome la maggior parte di queste parole sono intraducibili, sono state
adottate internazionalmente. Allora l'ideale
è poterle insegnare nel loro prototipo.
Gli elementi più
importanti della musica sono il Ritmo,
la melodia e l'armonia. Quando si comincia a studiare la musica sono necessarie
due cose: la Teoria e la Pratica. Uno studio completo della
teoria musicale dovrebbe iniziare con la Mitologia
(Orfeo, Ermete, Pan, Apollo, le Muse ecc.), continuare con nozioni di Glottologia, di Metrica, di Aritmetica,
di Geometria, di Fisica, di Pedagogia, di
Psicologia, e di altre materie, senza
dimenticare che per fare buona Pratica
è necessario un corpo sano che si può ottenere per mezzo della Ginnastica che... a sua volta, richiede
conoscenze di Antropologia, Fisiologia e, di solito, un Encefalo in buono stato.
Qui si affaccia il
Problema del metodo didattico che i Pedagoghi
greci risolsero per mezzo del metodo induttivo.
Per fare della
musica s'includono tutti i suoni in un sistema (come in matematica le cifre nei
sistemi decimale, binario, ecc.), quindi si ordinano in gamme, dalla lettera greca G gamma, che simbolizza
la continuità, la successione...). Le principali gamme sono diatoniche, cromatiche, enarmoniche...
L'unità di misura degli intervalli è il tono
e il semitono. Tonica è chiamata la
prima nota della scala musicale. L'intervallo tra due suoni contigui non è
sempre di un solo tono, perché questo diventerebbe monotono (proprio come si cerca di rendere la lingua greca col
nuovo sistema monotonico che sopprime
gli accenti gravi, acuti, circonflessi ecc..., che si usavano per segnare le
note musicali).
Oltre alla gamma
di suoni ci serviamo della dinamica.
Il ritmo regolare della musica viene calcolato per mezzo di misure (in greco metri), e per conservare il ritmo ci
serviamo del metronomo. La durata,
invece, si misura col cronometro.
L'insegnamento è
stato esercitato a lungo con l'ausilio del monocordo (strumento di Pitagora) e
dei diagrammi. Per rinforzare il sono
della corda, la si tendeva su una
cassa di risonanza di legno, cava: koi'lon, cellum in latino, da cui derivano le
parole cello e violoncello.
Inoltre la musica
nella Grecia antica era strettamente legata alla parola (il Logos, che rtitroviamo in parole composte quali Filologo, Psicologo, Patologo, Musicologo
ecc.), alla poesia, al teatro. Quindi abbiamo le sillabe, le frasi, le sincopi, le strofe ma soprattutto le idee musicali. Una composizione musicale ha
spesso un prologo, un tema, degli episodi e termina con un epilogo.
Tutto questo viene studiato dalla morfologia.
La musica viene cantata
per mezzo della voce (phonè in
greco), da cui fonetica, cacofonia, sassofono. E nella tecnologia
contemporanea incontriamo i grammofoni,
i telefoni, i microfoni e in discoteca
i magnetofoni dei dischi.
Quasi sinonimo di Phonè è la voce (bohv).
Si canta in polifonia (combinazione
simultanea di più voci o strumenti in cui ciascuno svolge un proprio disegno melodico indipendente) o in monofonia (canto a una sola voce).
Allorché i Greci a Maratona intonarono il canto di guerra in omofonia (all'unisono), il dio Pan
seminò il panico tra i Persiani.
Le voci
maschili più basse formano la base sulla quale si appoggiano le altre:
baritono, mezzo (quella di mezzo dal greco "messo") e la più alta, soprano (da hyperànosuperànosoprano).
Abbiamo anche gli strumenti a corda e
quelli a percussione tra i quali i timpani,
i cembali, gli xilofoni e i metallofoni
che producono delle anacrusi e delle sincopi... Tutti questi strumenti
formano l'Orchestra sinfonica
accordata al diapason.
Il re degli
strumenti rimane l'Organo che adorna
le Cattedrali di tutta Europa. La sua
origine è greca. Quando re Pipino il Breve, padre di Carlomagno, visitò
Bisanzio nel 757 d. C., rimase talmente impressionato da questo “Òrganon”, che
l'imperatore di Costantinopoli glielo offrì in dono. L'Òrganon era stato inventato
da Ctessibio (III sec. a. C.) ad Alessandria d'Egitto.
Con la musica si
compongono ditirambi, odi, inni,
(come l’“Inno alla gioia” di Beethoven), salmi, elegie, tutto ciò che si suona e si canta in chiesa come i tropari, ma anche Fantasie, Sinfonie (Eroiche, Patetiche...). E per imparare la musica bisogna andare negli Òdeon (equivalenti dei conservatori),
dove gli allievi conseguono il diploma.
Ma non
affatichiamo oltre i nostri lettori. Andiamo piuttosto in una sala dei concerti
dall'acustica e dall'eco perfetti ad ascoltare un concerto e,
naturalmente, non dimentichiamo di prendere un programma.
La vostra critica, anche in forma anonima o sotto pseudonimo, interessa sempre ai musicisti.
Vanghelis Christòpulos
Da Technes & Chorigoi, XXII, 1995, pp.
26-27.
Trad. dal
neogreco di Mauro Giachetti.